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Weekend a Napoli: cosa vedere e dove mangiare

Un solo weekend a Napoli non è certamente sufficiente per scoprire una città così bella, ma non ci siamo persi d’animo e abbiamo macinato diversi chilometri a piedi per riuscire a vedere più cose possibili. Ecco quindi cosa tutte le informazioni per organizzare un weekend a Napoli, cosa vedere e dove mangiare, ma anche un posticino sfiziosissimo dove dormire.

Innanzitutto noi abbiamo scelto il treno per raggiungere la città, il modo che ci è sembrato più veloce e senza impegni visto che avevamo poco tempo a disposizione (siamo partiti venerdi sera dopo il lavoro e siamo ritornati domenica sera).

Dalla stazione centrale, con la metro 2 abbiamo raggiunto il nostro b&b in zona museo archeologico (nei pressi di piazza Dante).

Il b&b a Canzuncella si trova all’interno di un palazzo storico di Napoli, di quelli con i cortili e i tipici scaloni monumentali. Emiliano è l’host più simpatico che io abbia mai conosciuto: disponibile, generoso e un vero “novelliere”, pronto a raccontare tanti aneddoti della città e dei suoi abitanti. Fare colazione in sua compagnia è stato un vero spasso perchè ci ha raccontato un sacco di curiosità che sulle guide non si possono trovare.
Le camere sono arredate in stile moderno e con arredi e accessori che mixano l’idea del viaggio in paesi lontanissimi alle tradizioni napoletane.


Insomma con Emiliano grande ospitalità e un sacco di risate! E grazie a lui abbiamo anche imparato tanti segreti sulla preparazione del caffè con la moka!

Ma veniamo a quello che abbiamo visto e visitato in questi due giorni.

Il centro storico

Le strade del centro storico sono affollate e animate ad ogni ora; si susseguono palazzi rinascimentali, chiese imponenti, negozi che vendono corni e cornetti contro il malocchio, friggitorie, e mercati. Il tutto tra vie che sono così fitte che in molte di queste non riesce a penetrare la luce del sole.

Dalla zona di Piazza Dante ci siamo spostati a piedi verso il centro, accedendo direttamente dalla porta Alba e imboccando il primo dei 3 decumani che attraversano la città, Via dei Tribunali.

La prima sosta l’abbiamo fatta al Duomo di epoca gotica, famoso soprattutto per la cappella dedicata a San Gennaro, patrono della città di Napoli.

Qui si svolge infatti nel mese di maggio, in occasione della festa del santo, il famoso miracolo della liquefazione del suo sangue a cui i napoletani sono molto legati.

Nei pressi di Via dei Tribunali, c’è la Cappella San Severo, una cappella funeraria dove si trova una delle opere più belle che io abbia mai visto: il Cristo Velato. Un’opera creata da un pezzo di marmo unico che rappresenta un Cristo disteso e ricoperto da un velo. E’ così realmente scolpita che su di essa ci sono molte leggende e molti artisti, tra cui Antonio Canova, attratti da tanta maestria, non se ne capacitarono e soprattutto non riuscirono a ripeterne l’opera. C’è chi addirittura suppone che l’artista abbia appoggiato un velo di seta sulla statua e poi lo abbia marmorizzato, tanto è veritiera la percezione del tessuto. Peccato solo che non sia possibile fare alcuna foto all’interno..

Per visitare la cappella, è possibile acquistare i biglietti on line, ma se vi troverete in città in periodi meno turistici potrete prenderli direttamente qui. E’ possibile avere un’audioguida anche con un percorso adatto ai bambini che racconterà loro un sacco di storie e misteri sulla cappella.

Sempre qui ci sono altre statue molto rappresentative, di altri artisti, tra cui due bellissime che rappresentano la Pudicizia Velata e il Disinganno, avvolto quest’ultimo da una rete marmorea che rappresenta l’inganno che tenta di catturarlo. Al piano di sotto invece, per opera del principe Raimondo, famoso alchimista che fece costruire questa cappella, ci sono due sue opere: le macchine umane. Ovvero un uomo e una donna scarnificati e con il sistema circolatorio ben visibile e gli organi immersi in un liquido misterioso, frutto proprio degli esperimenti del Principe che per queste sue tecniche, venne scomunicato dal Papa.

Un’altra delle vie rappresentative del centro storico è senza dubbio San Gregorio Armeno.

Questo è davvero il luogo dove sacro e profano si mescolano, creando un’atmosfera bizzarra e allegra. Le botteghe di artigiani espongono i famosi presepi napoletani, come pure maschere tipiche della città, da Pulcinella a O’pazzariello, senza tralasciare calciatori, cantanti, politici e personaggi famosi dell’epoca moderna. A fare da cornice tutti gli oggetti della superstizione napoletana: corni, trecce di aglio di ceramica, ferri di cavallo e scongiuri di ogni tipo.

Tenete presente che qui vi perderete di sicuro come è successo a noi per ammirare ogni singola bottega. Mio figlio è rimasto letteralmente catalizzato da questi negozietti e si è fermato davanti ad ognuno per osservare i personaggi e provare a riconoscerli tutti.

Parallela a Via dei Tribunali, c’è Spaccanapoli, che divide esattamente in due la città e se guardate da una parte all’altra della via, vedrete esattamente che è così. Qui si trovano tantissimi bar, friggitorie, ristoranti, negozi tipici e palazzi storici. Su questa strada c’è anche il famoso bar Nilo che al calcio e, soprattutto a Maradona, ha dedicato le sue pareti e addirittura un vero e proprio altarino.

All’estremità del centro, corre via Toledo, la via commerciale con i negozi più moderni della città. Basta però dare uno sguardo verso est e i quartieri si infittiscono, regalano scorci caratteristici e l’aspetto della città verace e tanto trafficata quale è Napoli. Qui infatti ci sono i quartieri spagnoli, una griglia di strade fitte dove non passa quasi la luce e così densamente popolate. Vi consiglio di fare una passeggiata tra queste strade per immergervi nella Napoli più vera.

Andando invece in direzione opposta, verso il mare, la passeggiata ci ha regalato la vista del Maschio Angioino, il castello medioevale simbolo della città.

Dal Teatro San Carlo e attraverso la Galleria Umberto I siamo arrivati invece nella piazza più famosa di Napoli: Piazza Plebiscito. Il colonnato e il Palazzo reale che si affacciano qui la rendono imponente e affascinante.

La visita alla quale non abbiamo voluto rinunciare è stata quella della Napoli sotterranea. Ci sono più percorsi da fare, noi abbiamo iniziato da “La via della memoria” che parte da Palazzo Serra di Cassano in via Montediddio che poi si incrocia con la galleria borbonica e permette di conoscere la storia degli ultimi 500 anni della città.

Nate come cave del tufo che serviva per costruire i palazzi soprastanti, furono poi collegate ai pozzi di acqua e diventarono il collegamento che Ferdinando II di Borbone commissionò per avere un via rapida di fuga dal Palazzo Reale a Piazza Vittoria. Le gallerie così realizzate divennero poi i rifugi per i napoletani dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Leggete comunque tutte le informazioni nell’articolo su Napoli sotterranea e quale scegliere perché la storia di queste gallerie è incredibile e intrecciata nei secoli, con testimonianze che meritano di essere raccontate.

Altra tappa imprescindibile è stata quella di visitare il Quartiere Sanità. Qui veramente siamo entrati nell’atmosfera napoletana fatta di donne che calano giù il paniere dai balconi, del folclore della domenica, dei clacson che suonano, dei panifici aperti che sfornano pizze, casatielli e fritti di ogni genere. E’ il quartiere che ha dato i Natali a Totò e lo rivedrete infatti in tanti punti del quartiere, manifesti, statue e sagome campeggiano in ogni angolo.

Qui la vita è in strada e camminando nelle vie di questo quartiere si viene travolti dal suo frastuono allegro.

Via dei Vergini è il fulcro del quartiere e qui si trovano anche bellissimi palazzi del 700 come Palazzo Spagnuolo che ha al suo interno uno dei più bei scaloni barocchi della città.

La chiesa di Santa Maria della Sanità e le catacombe di San Gaudioso sono il centro del quartiere ma  il luogo più interessante è sicuramente il cimitero delle Fontanelle. Qui, nelle fondamenta di tufo della città, si trovano le ossa di migliaia di persone morte nelle epidemie scoppiate in città tra il 700 e l’800. Può sembrare inquietante ma noi non abbiamo avuto alcun timore o paura a visitarlo con nostro figlio. E’ diventato nel tempo un luogo di venerazione, molta gente porta doni come portafortuna, oggetti religioso, voti ma anche doni scaramantici e più frivoli. E’ un luogo insolito, oserei dire quasi bizzarro in perfetta sintonia con le due anime di Napoli, quella sacra e quella profana.

La Napoli superstiziosa è sicuramente quella che ci ha affascinato e trasmesso più di allegria. Qui si celebrano i santi ma poi si sparge sale sui passanti o si gioca alla lotteria solo numeri estrapolati dalla Smorfia grazie ad un sogno o ad un presagio. Si crede che nelle case faccia capolino O’ Munaciello per fare i dispetti e si associa ad alcuni il malocchio che si può sconfiggere portandosi dietro un bel cornetto rosso o appendendolo alla porta insieme all’aglio.

Una città ricca di storia ma anche di tante tante tradizioni popolari, più o meno colorite! Insomma, cosa da vedere in un week end a Napoli, ce ne sono tantissime. Quindi cosa aspettate a prenotare? 😉

Dove mangiare

Purtroppo molte pizzerie non accettano prenotazioni quindi armatevi di pazienza e preparatevi alle code a meno che non andiate molto presto (intornonalke 19) o molto tardi (oltre le 11).

Starita: pizzeria molto grande  in zona Museo Archeologico. Il servizio è ben organizzato e rapido. I frittini di antipasto sono molto sfiziosi, su tutti i fraticelli al provolone. Pizza di alto livello e se volete concludere in bellezza, vi consiglio i frittini calati nella nutella!

Il Re di Napoli: pizzeria storica in via Partenope, proprio di fronte al Borgo Marinari. Oltre alla classica margherita abbiamo assaggiato quella con la parmigiana. Non perdetevela, è una goduria assoluta.

Decumano 31: se siete in centro, proprio a Spaccanapoli, vi consiglio questa friggitoria. Il locale è piccolino ma se arrivate in un orario consono, mangiate tranquillamente sugli sgabelli senza fretta. Serve fritti speziati ma delicati, sia di carne che di pesce. Le chips di patate fresche sono fenomenali. Date un occhio ai fritti del giorno, io ho trovato delle polpette di melanzane e provolone che erano buonissime.

Per assaggiare dei buoni dolci tipici, vi consiglio invece Scaturchio per frolle, sfogliatelle e pastiere e Poppella per i suoi famosi fiocchi di neve, al latte, al cioccolato e al pistacchio!
Per babbà e torta caprese ci siamo invece fatti coccolare dal nostro host (pensavate che non li avremmo assaggiati? :-).. )

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