Se c’è una cosa a cui ho scoperto di non riuscire a resistere è il cibo spagnolo.
Già del mio ultimo viaggio a Siviglia di qualche anno fa, avevo dei ricordi gastronimici molto ma molto piacevoli, a maggior ragione perchè ero accompagnata da una mia amica conoscitrice della città, della Spagna e amante della buona cucina.
E a Barcellona non poteva che essere così.. come si fa a resistere alla miriade di localini dove puoi fermarti a bere una birra o ancora meglio un bicchiere di sangria a qualsiasi ora e mangiare dei deliziosi stuzzichini?
Ma andiamo per ordine, ecco i miei 5 piatti assolutamente irresistibili, da provare almeno una volta.
Paella: il piatto più tradizionale della Spagna, per mangiarla davvero buona dicono si debba andare a Valencia, ma quella che ho (più volte ndr) mangiato a Barcellona è stata di assoluto buon livello. Ordinatela per più persone e vedrete quanto sarà più coreografica. Personalmente preferisco quella tutta di mare, solitamente servita nel tegame in cui viene cucinata (quello basso, tondo con i manici ai lati). Tocchi di pesce, calamari e gamberoni la fanno da padrone. Questa volta ho assaggiato anche la variante al nero di seppia (Arroz de negro), buona ma, per lo meno la mia, è risultata un pò salata, vorrà dire che al prossimo viaggio in Spagna, la riassaggerò! 🙂
Come si può facilmente capire, il piatto è super adatto per i bambini e in un colpo solo li avrete accontentati.
Huevos rotos con patatas y jamón serrano: questa è una tapas fra le più tipiche, l’avevo assaggiata e l’ho riordinata con estremo piacere. Per gustarla davvero, prendete poco altro insieme perchè, come dire…è molto nutriente!! La base è fatta di patate (non necessariamente fritte) e poi sopra l’uovo (stavolta fritto) e pezzetti di jamonserrano a cascata. A dirla tutta, ho provato di recente a rifarla anche a casa, ma purtroppo le ricette che ho trovato su internet indicavano tutte di friggere le patate. Secondo me la cottura invece è un’altra ma certo non sono venute cattive 🙂
Patas bravas: questa tapas è molto molto diffusa, molto economica, ottima come antipasto, per un aperitivo o uno stuzzichino pomeridiano e da accompagnare rigorosamente con una birra fredda. Le patate rigorosamente fritte (alla fine del post vi renderete conto che la maggioranza dei piatti in realtà prevede la frittura) infatti cosparse da una salsa rosa piccante, perciò avere qualcosa di fresco da bere è proprio l’ideale. La salsa è simile alla maionese ma esistono varie ricette e alcune non prevedono il latte ma solo la farina, il pomodoro, la cipolla e ovviamente…la paprika!
Melanzane fritte con salsa al miele: una recente scoperta che ho molto apprezzato anche se di solito non amo l’accostamento salato-dolce. Devo dire che il taglio della melanzana fa la sua differenza perchè per rendere questa tapas davvero buona, le melanzane devono essere tagliate e fritte in modalità chips. Più sottili e croccanti saranno, più delicato sarà il sapore con il miele, più sarà difficile smettere di mangiarle!
Croquettes…. e con queste vi si aprirà un mondo! Ne esistono di mille tipi: di baccalà, di jamon, di formaggio, di pesce. In certi posti potrete anche cenarci, ordinandone una di ogni tipo e i prezzi sono assolutamente contenuti. Anche questo è chiaramente super adatto ai bambini…quale bambino non ama le polpette?
Che ne dite… vi ho ispirato? Non dimenticate poi di accompagnare le vostre tapas con la birra o ancora meglio con dell’ottima sangria e poi soprattutto godervi l’atmosfera dei locali spagnoli.
Da tanto tempo avevo in mente di tornare in Spagna e allora, grazie alle super offerte Ryanair di fine estate, mi sono ritrovata a prenotare un bel week end lungo a Barcellona.
Si, c’ero già stata, nel lontano 1990 o 91 con mamma e papà, quando si facevano quei luuunghi viaggi in macchina alla scoperta dell’Europa, ma in 25 anni le cose cambiano, i ricordi si affievoliscono, noi cambiamo, i posti cambiano e la voglia di tornarci ha vinto su tutto.
Un week end lungo, 4 giorni di full immersion in questa città di puro fermento catalano, di chiese bellissime, di architettura innovativa, di ore tarde, di sole e caldo primaverile, di strade brulicanti ad ogni ora, di tapas che fanno girare la testa, di paella e di tanta sangria da versare dai tipici boccali di coccio.
Vi racconterò come ci siamo organizzati, cosa abbiamo visto e visitato e come abbiamo suddiviso le nostre giornate per accontentare tutti, mamma, babbo e quattrenne, che si è confermato un vero piccolo grande camminatore, non facendosi scoraggiare dai tanti chilometri fatti (circa 20 al giorno secondo l’App del mio smartphone).
4 giorni (comprensivi del viaggio) non sono molti quindi inevitabilmente si devono fare delle scelte e, seppure incerti nel rinunciare a qualcosa siamo stati poi ampiamente ripagati da ciò che invece abbiamo deciso di visitare.
Avendo poco tempo, è indispensabile scegliere un b&b a portata di “centro” e così è stato. Anzi, voglio subito parlarvi della bellissima location trovata tramite booking.com a due passi da Piazza Catalunyia, nel quartiereEixample di Barcellona. Violeta Bouquet è un b&b che si trova all’interno di un antico palazzo tipicamente spagnolo. Se arrivate all’aereoporto di Girona e quindi scendete alla stazione dei Bus, lo potete raggiungere a piedi in 10 minuti.
Il B&B si articola su più piani, al primo piano la Reception, alcune camere e le aree comuni: una deliziosa corte esterna con divanetti e tavolini, un salotto e il corner per la colazione non inclusa ma gentilmente offerta, a base di latte, caffè, the e muffin. Tutto l’arredamento, lo stile delle pareti, e i colori, studiati nei dettagli, con un giusto contrasto tra mobili antichi o resi tale e accessori moderni.
I ragazzi alla reception sono stati sempre molto gentili e disponibili a darci consigli su come muoverci a Barcellona e l’atmosfera che si respira ha proprio il profumo della Spagna.
La nostra camera era al primo piano, spaziosissima, pulita, molto luminosa, silenziosa pur affacciandosi sulla strada e arredata nello stesso stile del b&b. Le camere sono davvero curate nei dettagli: dal phon (vero!) al materasso in lattice senza tralasciare gli accessori da bagno messi a disposizione degli ospiti.
Una volta fatto il check-in, ci sono state consegnate le chiavi di accesso esterne e interne così da renderci indipendenti (la reception rimane comunque aperta fino alle 23).
Insomma, noi ci siamo sentiti a casa!
Dal b&b in 5/10 minuti si raggiunge in piazza Catalunya fulcro della città, per trasporti, negozi (da qui inizia infatti la Rambla), ristoranti e tanto altro.
Per mangiare c’è l’imbarazzo delle scelta, il cibo spagnolo è davvero una garanzia, nessuna difficoltà nemmeno per i viaggiatori più piccoli. Noi abbiamo cercato di evitare i posti più turistici, ci siamo allontanati da Piazza Catalunya come ci avevano consigliati i ragazzi di Violeta Bouquet e ci siamo addentrati nei mercati (soprattutto per merende e spuntini), fra le strade del Barrio Gotico o della Barcelloneta, consultando le nostre guide o App e non siamo rimasti delusi. Ho recensito tutti i ristoranti dove abbiamo pranzato e cenato su Tripadvisor se può esservi utile, ma a seconda di cosa volete assaggiare mi sento di consigliarveli così: per la pella “Guell Tapas”, assaggiate anche quella nera, per le Tapas andate al “Taller de Tapas” (su Passeig de Gràcia), per bere un’ottima Sangria scegliete “La Alcoba Azul” e per il jamonserrano migliore andate “da Alfonso” e ordinate un menù degustazione.
A questo punto, siete pronti a scoprire i nostri itinerari? Rimanete sintonizzati sul blog e nei prossimi giorni vi parlerò delle nostre giornate:
Il nostro secondo itinerario è stato abbastanza impegnativo, abbiamo camminato davvero tanto ma volevamo vedere diverse cose e tra una sosta e l’altra presso un giardinetto pubblico coi giochi e una bella visita all’acquario, anche nostro figlio ha trascorso una bella e intesa giornata.
Partendo sempre da Piazza Catalunya abbiamo percorso LaRambla fino ad incrociare il quartiere antico del Barrio Gotico. La nostra guida consigliava di visitarlo di domenica, e noi ci siamo stati di lunedì ma devo dire che di sera è decisamente più affascinante, vicoletti stretti che si alternano a piazzette con artisti di strada o piccoli mercati contadini. Perciò andateci e poi ritornateci per godervi una serata tra ristorantini con tavoli (ancora) all’aperto, pub, piccoli negozi e imponenti chiese che ti ritrovi davanti all’improvviso. Di sera il quartiere secondo me si accende e vive il suo migliore splendore, ma per voler scattare anche qualche foto, lo abbiamo attraversato di buon mattino. Qui c’è anche uno dei locali a preparare i migliori churros dì Barcellona, il Granaja La Pallaresa ma per noi è stato impossibile entrare, c’era una coda lunghissima! Santa Maria del Pi è sicuramente una delle chiese più belle, forse per il fatto di possedere uno dei rosoni più grande mai costruiti al mondo. Confesso che non ci siamo entrati, ma la vista dalla piazza davanti è notevole. Che poi il suo nome (che in italiano siglifica del Pino) derivi semplicemente dal fatto che nella piazza ci sia un grande pino, è davvero buffo.
Poi c’è Plaza Reial una delle piazze più animate dopo il tramonto, con i locali che si affacciano sotto i porti ottocenteschi e gli artisti di strada, una piazza raccolta e accogliente, l’ambientazione giusta per sedersi e gustarsi qualcosa di buono.
Proseguendo la nostra passeggiata nel Barrio Gotico, siamo arrivati davanti all’imponente cattedrale (La Catedral), nel suo imponente e classico stile gotico che si contrappone a quelli stravagante e d’avanguardia della Sagrada Familia. L’ingresso è libero, al suo interno si può ammirare il bellissimo spazio centrale dedicato al Coro, le cappelle dorate, e un caratteristico chiostro con alberi fontane e…oche!!
Nella piazza davanti la chiesa, soprattutto di sera (perciò insisto…tornateci dopo il tramonto), potrete vedere la gente esibirsi nella danza tipica catalana. Noi ci siamo fermati in cima alle scale della chiesa e abbiamo osservato catalani di tutte le età lanciarsi in questo caloroso ballo.
Da lì ci siamo incamminati verso la Barcelloneta, attraverso strade e vicoli tipici, quelli un pò da cartolina, con i panni stesi, colorati, i balconcini di ferro, le bandiere spagnole o del Barça appese fuori.
Abbiamo attraversato il quartiere La Ribera, il centro della città vecchia facendo un breve giro al mercato di Santa Caterina e poi dritti verso la chiesa di Santa Maria del Mar, la chiesa cosidetta del popolo. Una chiesa gotica, che vi ritroverete davanti all’improvviso nel dedalo di viuzze, dall’interno molto lineare e senza le cappelle dorate tipiche della altre chiese della città, anzi mi verrebbe da dire quasi spoglia.
Sul lato della chiesa, troverte una fiamma che arde, è El Fossas de les moreres, che ricorda i combattenti catalani sepolti lì dopo l’assedio di Barcellona.
La Barcelloneta si concentra poi intorno ad una piazza con il suo mercato e vie dall’aspetto povero di un antico quartiere di pescatori, che conducono dritte dritte verso la spiaggia. Qui in forte contrasto con quanto visto pochi metri prima, l’ampio lungomare, la spiaggia, la gente che corre, pattina, va con lo skate, i locali alla moda lungo la spiaggia, il sole di novembre che di autunno non sa, un colpo d’occhio quasi da lungomare statunitense.
Nel tentativo di seguire i consigli della guida di mangiare tra i vicoli della Barcelloneta, ci siamo purtroppo imbattuti in tanti ristoranti chiusi, forse perchè ormai fuori stagione. Allora non c’è rimasto che fiutare tra la marea di ristoranti modaioli lungo la spiaggia, quello più adatto a noi (leggete la mia recenzione su El Pacifico) per gustare una buona paella e goderci il bel solicino caldo della giornata.
Nel pomeriggio, dopo una piacevole passeggiata sul mare, ci siamo diretti verso l’Acquario di Barcellona percorrendo il Passeig de Joan de Borbò lungo il porto con i megayacht ormeggiati sulle banchine.
L’ Acquario è chiaramente molto indicato per i bambini, il nostro era super eccitato all’idea di entrare nel tunnel degli squali. L’ambiente devo dire è in generale un pò “vecchio” ma la presenza di questa galleria di 80 metri con gli squali che sguazzano sopra la testa è di grande effetto.
Molte le variètà di pesci presenti, da quelli del Mediterranneo, a quelli Caraibici o della barriera corallina indiana, ma anche pinguini e altre specie marine. Il prezzo è di 20€ per gli adulti, 7€ per i bambini da 3 a 4 anni (i piccoli entrano gratis) e di 15€ dai 5 ai 12 anni.
Alla fine del percorso l’area Explora dedicata ai più piccoli, con giochi a tema marittimo, navi dei pirati e soprattutto un bellissimo sottomarino da pilotare.
Dopo una giornata così intensa non ci è rimasto che imboccare La Rambla che inizia qui da molo del porto e risalire la città e trascorrere la serata in un locale a mangiare tapas e bere un buon bicchiere di sangria da Alfonso
Questo è un itinerario classico, con le tappe più belle per chi visita Barcellona per la prima volta o ci ritorna dopo molti anni.
Devo dire che gli ingressi a chiese&co non sono economicissimi ma alcune visite sono assolutamente imprescindibili per immergersi nello stile dettato principalmente dal famoso architetto catalano Antonio Gaudì.
7 delle sue opere che si trovano a Barcellona sono state dichiarate Patrimonio dell’Unesco, opere anche molto diverse tra loro ma riconoscibili dalle forme naturali ma allo stesso tempo stravaganti che riusciva a creare unendo vari materiali che studiava minuziosamente nella loro resa.
La nostra prima giornata a Barcellona è quindi iniziata dalla Sagrada Familia, la grande opera incomputa di Gaudì, mai terminata per via della morte prematura dell’architetto, morto mentre si recava presso il cantiere proprio di questa chiesa, investito da un tram. I lavori di questa chiesa vanno avanti da 132 anni, fu Gaudì quasi con presagio a dire che “il suo cliente non aveva fretta”. Quando ero stata qui nel lontano ’91 mancava il tetto e non era neppure consacrata.
Adesso lo è e quando sarà terminata, pare nel 2026 sarà la chiesa più grande mai costruita al mondo e anche la più alta con le sue 18 torri, 12 dedicate agli apostoli, 4 agli evangelisti, una alla Madonna e una a Gesù. E’ una chiesa che in pieno stile medioevale racconta la Fede e la religione.
Fermatevi ad osservare le facciate, quella della Passione e, la più bella per me, quella della Natività o della Vita, un intreccio di personaggi e immagini della natura incastonati tra archi, foglie, rami e nicchie.
Pare che Gaudì abbia usato calchi in gesso della gente del luogo per fare le statue di questa facciata che è stata anche la prima ad essere ultimata.
All’interno della chiesa, la navata centrale è costruita come a rendere l’idea di un bosco, le colonne infatti ricordano degli alberi, con i rami a reggere l’alto soffitto. Anche qui le colonne rappresentano gli Apostoli e altre le chiese di tutto il mondo.
Nella chiesa potrete percepire l’estro di questo grande artista e la simbologia che è riuscito a rappresentare all’interno e anche all’esterno di questa grandiosa opera. Nella cripta, prima parte della chiesa ad essere ultimata, utilizzata per le celebrazioni quotidiane, è sepolto Gaudì, l’architetto maestro nel modellare i materiali e geniale nelle soluzioni architettoniche che sapeva trovare.
I biglietti vi consiglio, come avevamo fatto noi, di acquistarli online qui, salterete la fila e potrete scegliete la tipolgia di visita e l’orario più consono per voi. Noi abbiamo optato per la visita senza guida nè audioguida e solo con la nostra Lonely ce la siamo cavata egregiamente.
Finita la visita, abbiamo preso la metro per andare a Parc Guell (fermata Valcarca), altro famoso capolavoro di Gaudì. Attenzione a come raggiungere il parco, dalla nostra fermata di metro, abbiamo seguito le indicazioni che ci hanno portato diretti diretti alle scale mobili (5/6 rampe). Se invece volete entrare dall’ingresso principale (Lesseps), sappiate che le scale non ci sono e dovrete salire a piedi. Molto meglio uscire da qui e fare il percorso in discesa 🙂
Questo giardino, nato come il “giardino dei ricchi“, comprende tutto il fianco di una collina, dalla cui cima si ammira un bellissimo panorama sulla città. Tutto è stato progettato da Gaudì: le aree verdi, le strane strutture costruite a mo’ di foresta, le casette in stile Hansel e Gretel, le fontane, il mosaico-lucertola più famoso al mondo.
Passeggiare nei vialetti è davvero piacevole anche se vi sconsiglio di arrivarci per pranzo e senza aver preacquistato i biglietti, come invece abbiamo fatto noi. Dentro infatti non c’è niente per poter mangiare o comprare qualcosa e la coda per entrare nella zona con le opere principali può essere scoraggiante.
Perciò noi abbiamo optato per rimanere fuori dall’area a pagamento, di fatto si vede anche dalla terrazza che c’è subito sopra e poi in direzione dell’ingresso principale ci siamo fermati nello spazio giochi per bambini. D’altronde la domanda di mio figlio per tutto il tempo è stata “ma che parco è se non ci sono i giochi?”
Ripresa la metro fino a Diagonal, siamo scesi lungo Paseo de Gracias, l’elegante via di Barcellona con i suoi negozi di moda e di design più chic della città.
Dopo una sosta a mangiare le tapas più buone del nostro soggiorno (ma di questo ne parleremo più avanti), abbiamo attraversato la via, passando davanti a Casa Milà o la Pedreda, altro capolavoro nato dall’estro di Gaudì.
Ultima tappa di questa giornata, la più incredibile, la più inaspettata, la più straordinaria e sorprendente, anche per un bambino di 4 anni, è stata Casa Batllò.
Non avevamo in programma di entrare ed eravamo anche un pò indecisi se farlo, ma devo dire che la scelta non poteva che essere così giusta. A disposizione di grandi e piccini c’è un’audioguida compresa nel ticket di ingresso (costo 20€ per gli adulti, bambini gratis). Un’audioguida un pò diversa dal solito perchè in dotazione viene fornito anche un tablet che ci ha permesso di inquadrare le stanze della casa e rivedere tramite realtà aumentata alcune ambientazioni dell’epoca o semplicemente l’ispirazione di Gaudì nel creare un determiato effetto all’interno della casa. Non potete immaginare il successo di tutto ciò nelle mani di un bambino di 4 anni. E così abbiamo ascolato le minuziose speigazioni su questo che è sicuramente il capolavoro più ingegnoso e spettacolare di Gaudì.
Con questa casa, nacque un nuovo modo di fare architettura, quella di inizio 900 dove tutto è stato costruito con uno scopo e per sfruttarne le funzionalità, senza tralasciare l’estro e l’originalità: il cortile centrale progettato per dare luce e ventilazione a tutta la casa,le tonalità di azzurro da più scuro a più chiaro in modo da dare l’impressione che la luce fosse identica a qualsiasi altezza. Tutto è ispirato alla natura, dalle maniglie ai corrimano delle scale, ai comignoli sul tetto che ricordano delle colonie di funghi.
Per la facciata, Gaudì plasmò con le mani il gesso che usò per ottenere le forme, curò dettagliatamente il mosaico delle piastrelle spezzettate, usò la pietra, il vetro, la ceramica e il ferro per creare un effetto di luci e ombre. In questo modo sono nate le diverse interpretazioni della facciata che hanno dato a questa opera i nomi di Casa delle ossa, Casa di zucchero o delle onde del Mediterraneo, come pure Casa delle ninfee perchè la facciata ricorda l’effetto di un sasso lanciato in uno stagno di ninfee.
La casa che gli fu commissionata venne esaltata fin da subito per la sua originalità, un’opera realizzata in assoluta libertà ed inventiva che insieme alla Sagrada Familia rappresentano i due assoluti capolavori dell’artista.
Consiglio a tutti di visitarla, prendetevi un paio di ore e scoprite tutte le trovate architettoniche che si trovano dietro ad ogni dettaglio, ne rimmarrete letteralmente affascinati.
Da segnalare anche lo shop che troverete alla fine della visita, tantissimi oggetti ispirati allo stile della casa e addiruttura è possibile ordinare riproduzioni dei mobili, delle sedie e dei tavoli progettati da Gaudì!