Visitare il Museo del Calcio a Coverciano (Firenze)

Il Museo del Calcio si trova a Coverciano, un quartiere cittadino di Firenze dove ha sede anche il Centro Tecnico Federale della FIGC e dove la Nazionale di calcio italiana svolge i suoi ritiri.

Una visita perfetta per chi è appassionato di questo sport, ma soprattutto dei nostri Azzurri, per ripercorrere le tappe delle loro sfide più importanti, dei successi e delle emozioni che ci hanno sempre regalato.

Il Museo del Calcio a Coverciano – la fondazione

Il Museo è stato fondato da Fino Fini e inaugurato il 22 Maggio del 2000. Oggi conserva i più importanti e significativi cimeli e trofei della Nazionale di calcio italiana. Qui si racconta la storia di tanti giocatori, una storia fatta di passione e dedizione, inevitabilmente legata anche alla storia del nostro paese.

L’idea di realizzare il museo nacque in occasione dei mondiali del ’90 quando venne ampliato il Centro Tecnico Federale. L’obiettivo alla base del progetto è, oltre a raccontare la storia dei calciatori della nostra Nazionale e dei successi della nostra squadra, anche di mostrare quanto lo sport significhi crescita personale ma anche di gruppo e quali valori sia in grado di testimoniare, dall’altruismo al fair play, fino all’integrazione tra i popoli.

Il Museo del Calcio a Coverciano – le sale

museo del calcio - maglia di BuffonLa visita inizia con cimeli e ricordi della Nazionale dai suoi esordi agli anni ’60. Il primo in assoluto in mostra è anche quello più antico: il gagliardetto dell’incontro Italia-Austria tenutosi a gennaio del 1922 alla presenza di un numero record di spettatori per l’epoca (20.000)

Delle prime competizioni si può vedere la magia di Silvio Piola del 1935 che il giocatore chiese di poter tenere in ricordo della sua doppiate nella Coppa Internazionale. La frase ricamata sopra fu realizzata dalla madre del giocatore, in ricordo della partita.

Dell’epoca del dopoguerra è curioso scoprire che la Federazione decise di far indossare la maglia di colore verde alla squadra Juniores, in segno di speranza su quei ragazzi che rappresentavano il futuro del calcio italiano. Successivamente lo stesso verde fu indossato anche dalla prima squadra in occasione della partita contro l’Argentina per distinguersi dalle strisce bianche e celesti dei calciatori sudamericani.

Proseguendo nel percorso, si possono vedere le maglie ed altri accessori della Nazionale di Enzo Bearzot dei primi anni ’80, comprese le due pipe, una del CT e una del Presidente Pertini che i due si scambiarono alla luce della vittoria dell’82 in Spagna, durante il viaggio di rientro in Italia.

Del mondiale Italia ’90 è esposta la famosissima mascotto “CIAO”, un ominio tricolore con un pallone da calcio al posto della testa.

 

Mentre di quello del ’94 negli Stati Uniti, due celebri maglie: quella di Franco Baresi e quella di Alessandro Costacurta usate per il match Italia-Spagna finita in vantaggio per gli Azzurri guidati da Arrigo Sacchi.

In questa sala c’è anche il tributo a Davide Astori, capitano della Fiorentina, che indossò la maglia numero 3 della Nazionale, prima di scomparire prematuramente nel marzo del 2018.

Un’intera sala è dedicata alla Nazionale femminile e una ai trofei della squadra maschile: 4 coppe del mondo, la coppa dell’Europeo ’68, la Coppa Internazionale del 1930.

Una curiosità: la coppa del mondo è in realtà una copia dell’originale che invece è custodita in un forziere fornito da Louis Vitton nella sede FIFA di Zurigo. Solo i calciatori che vincono il torneo, i Capi di Stato delle rispettive nazioni e il presidente FIFA, possono toccarla e in occasione di ogni mondiale, un membro della squadra campione in carica restituisce simbolicamente il trofeo.

Dei mondiali del 2006 vinti dagli Azzurri è esposto il completo del capitano Fabio Cannavaro, indossato durante la finale di Berlino contro la Germania. Il completo è stato donato dal capitano a suggellare una promessa fatta al fondatore del Museo del Calcio Fino Fini di tornare vincitori e uscire dal periodo difficile che il calcio italiano stava vivendo.

Il Museo del Calcio a Coverciano – la sala degli Europei 2020

Il piano superiore è poi interamente dedicato agli Europei 2020, vinti e stravinti dai nostri Azzurri. Un video fa ripercorrere i momenti più emozionanti del torneo e nella sala sono esposte 7 maglie dei protagonisti, il trofo (che a differenza della coppa del mondo, è personalizzato per la squadra vincente), il pallone autografato della finale di Wembley dell’11 luglio 2021 e anche il pass del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha assistito all’incontro.

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Il Museo del Calcio a Coverciano – informazioni utili

La visita dura circa un’ora e mezza. Consiglio di consultare il sito web del Museo del Calcio per sapere di eventuali giornate dedicate ai più piccoli con tante attività e appuntamenti. Noi ad esempio abbiamo trovato disponibile sia una caccia al tesoro all’interno delle sale con tanto di gadget in palio e la possibilità di palleggiare nel piccolo campetto davanti all’ingresso, con un membro del centro tecnico. Ma non solo, nel museo è possibile organizzare eventi privati e compleanni per bambini e ragazzi!

Il museo è aperto dal Lunedì alla Domenica dalle 10 alle 18.

Dove si trova il David di Michelangelo?

In una domenica mattina di Fase 3 post lockdown abbiamo deciso di visitare uno dei musei più gettonati di Firenze, la Galleria dell’Accademia ovvero il luogo dove si trova il David di Michelangelo.

Era un sogno che nostro figlio Simone coltivava da molto tempo e allora, “approfittando” di questo momento in cui Firenze è purtroppo ancora senza visitatori ed è nel frattempo tornata in mano ai fiorentini, abbiamo deciso di goderci un paio di ore a fare noi i turisti nella nostra città.

Molti si lasciano affascinare dalla bellissima copia del David che troneggia in Piazza Signoria proprio accanto all’ingresso di Palazzo Vecchio, oppure dalla seconda copia che si erge nel centro di Piazzale Michelangelo e che sembra proteggere Firenze dall’altro.

Invece nessuna di queste due è l’originale, che invece si trova all’interno della Galleria dell’Accademia. L’originale è rimasta infatti in Piazza Signoria fino al 1910, ma poi fu trasferita all’interno del museo per evitare che si deteriorasse.

All’interno dell’Accademia sono presenti due sale molto ricche di opere e dedicate alla pittura del XIII-XIV secolo e a quella del XV secolo con opere del Perugino, di Botticelli, del Ghirlandaio e di Filippino Lippi.

La più ricca è senza dubbio la Sala del Colosso dove al centro troneggia il modello in gesso di Giambologna per il Ratto delle Sabine, bellissimo esempio di scultura cinquecentesca, il cui originale si trova sotto la Loggia dei Lanzi in Piazza Signoria.

Ratto delle Sabine di Giambologna

 

Ma la sala più impressionante, dove si vive un vero e proprio crescendo di emozioni è senza dubbio la Sala dei Prigioni. Qui in prima battuta si trovano le 4 statue incompiute di Michelangelo, commissionategli per la tomba di Papa Giulio II. Si chiamano appunto i Prigioni e rappresentano le allegorie dell’anima imprigionata nel corpo.

In fondo alla sala si raggiunge invece l’apice della perfezione ammirando la statua più famosa del Rinascimento: il David di Michelangelo. Giorgio Vasari cercò di raccontare la bellezza di questa statua e le ragioni della meraviglia davanti alla visione del David dicendo che la statua superava in bellezza e maestria tutte le sculture viste fino ad allora e che non valeva la pena guardarne più altre.

Nel 1501 l’Opera del Duomo concesse a Michelangelo di lavorare un blocco di marmo di Carrara che era “avanzato” nel cantiere della Cattedrale di Firenze Santa Maria del Duomo. Michelangelo impiegò due anni per scolpirla e il 24 giugno del 1503 presentò alla città la sua opera.

La statua rappresenta il giovane David nel momento precedente al suo scontro con Golia: si vede infatti che possiede una pietra nella mano destra e una fionda appoggiata sulla spalla sinistra. Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Alcuni studiosi infatti sostengono che la frombola sia appena visibile a conferma del fatto che la vittoria ottenuta sul gigante fosse solo merito dell’intelletto e dell’innocenza del giovane e non delle armi usate.

Dove si trova il David di Michelangelo - dettagli

Dopo averla mostrata alla città, cittadini e autorità però iniziarono a pensare che fosse riduttivo porla all’interno della Cattedrale così fu deciso di trasferirla in Piazza Signoria dove ci rimase fino ai primi del ‘900.
Il David di Michelangelo diventò quindi simbolo di libertà e civiltà negli anni in cui la giovane Repubblica di Firenze era sotto assedio dai nemici.

Siamo rimasti incantati dalla bellezza di questa statua: i muscoli così definiti con ogni fibra del corpo che sembra tesa e pronta per combattere ed avere la meglio. Al tempo stesso ha uno sguardo molto concentrato quasi a voler combattere la sua battaglia solo con l’intelletto. Quindi in sostanza, forza e intelletto si uniscono per combattere il nemico.

Inoltre c’è un altro particolare da notare, ovvero la testa e le mani che sembrano più grandi rispetto al resto del corpo. Pare che Michelangelo abbia agito di proposito per sottolineare quanto la mente sia ciò che contraddistingue l’uomo dagli animali, mentre le mani siano il mezzo che la testa utilizza per dare forma alle idee.

Insomma una vero e proprio capolavoro simbolico, orgoglio da allora della città di Firenze.


Dove si trova il David di Michelangelo – informazioni per la visita

In questo periodo, è possibile visitare la Galleria al prezzo scontato di 8€. Noi abbiamo optato per prenotare la visita, chiamando il numero +39 055 294883 e pagando 4€ a biglietto per la prenotazione (i minori di 18 anni pagano solo la prenotazione). All’interno della galleria è possibile fare le fotografie senza però usare il flash.

All’ingresso viene consigliato di scaricare l’App The  Right Distance che vi avvertirà se qualche visitatore si avvicinerà troppo a voi. Poi è obbligatorio sanificare le mani, tenere la mascherina e ovviamente viene misurata la temperatura corporea.

Al momento l’utilizzo delle audioguide è sospeso ma accanto ad ogni opera troverete i pannelli con le descrizioni.

Per tutte le informazioni, visitate il sito ufficiale della Galleria dell’Accademia


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I nostri consigli per visitare il Museo degli Innocenti con i bambini

Da quando mio figlio frequenta la scuola materna, ci siamo avvicinati alle visite nei musei della nostra città, Firenze. Questa volta ne abbiamo scelto uno speciale che merita, a mio giudizio, più attenzione nei racconti e nelle spiegazioni essendo stato per oltre sei secoli un luogo simbolo per l’assistenza all’infanzia. Voglio quindi darvi, sulla base della nostra esperienza, un pò di consigli per visitare il Museo degli Innocenti con i bambini.

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La nostra visita al Museo dell’Opera del Duomo con Mamma Cult

Fare i turisti nella nostra bella Firenze è sempre una gran soddisfazione. Se poi c’è la possibilità di visitare uno dei più bei musei presenti in città con una guida su misura per bambini, lo è ancora di più! E’ nata così la nostra visita guidata in collaborazione con Mamma Cult al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.

Mamma Cult è un portale online dove è possibile prenotare visite guidate per famiglie nella propria città, ma anche laboratori, escursioni naturalistiche e tante altre attività family friendly. Le visite si adattano ai bambini da 0 a 13 anni e vengono organizzate principalmente nel week end.

Avevamo in mente la visita di questo museo da tanto tempo ma con un bambino ci sembrava un pò “impegnativa”, così quando ho letto che Mamma Cult stava organizzando una visita ad hoc ho pensato fosse l’occasione giusta. Mariagrazia, la guida incaricata per questa visita, ci ha accompagnati tutti (grandi e piccini) attraverso le sale del museo svelandoci i misteri e la storia che stanno dietro ad ognuna delle opere presenti.

Il Museo dell’Opera del Duomo raccoglie le opere originali provenienti dal grande complesso religioso di Firenze costituito dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Campanile di Giotto, la Cupola del Brunelleschi e il Battistero antistante. Queste opere furono infatti spostate dalla loro collocazione originale per svariati motivi storici.

Siamo entrati un pò timidamente nel museo ma Mariagrazia ci ha fatto sentire subito a nostro agio fra queste meravigliose opere, raccontandoci aneddoti e curiosità sulla loro realizzazione.

Sapevate ad esempio che nella sala principale del museo dell’Opera del Duomo, chiamata del Paradiso, è stata interamente ricostruita la facciata del Duomo e vi si trovano le statue originali che la Famiglia Medici fece smantellare per commissionarne di nuove? Ebbene si, decisero di ammodernare la facciata, cancellando l’impronta medioevale della chiesa per adeguarla allo stile rinascimentale dell’epoca. Fra tutte queste statue risaltano indubbiamente la Madonna con gli occhi di vetro di Arnolfo, affiancata da San Zanobi e Santa Reparata (la santa alla quale era stata dedicata la vecchia cattedrale).

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Sempre in questa sala, sono esposte 2 delle porte originali del Battistero, quella Nord e quella del Paradiso, entrambe realizzate in bronzo dal Ghiberti. 25 anni di lavorazione ciascuna e nelle cui formelle si racconta l’evoluzione dell’arte orafa. Nella prima, quella Nord, ci sono i primi accenni di prospettiva, che poi in quella del Paradiso, Ghiberti attuò in modo più marcato, dati anche i contemporanei studi di Donatello su questa tecnica.

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In quest’ultima, infatti, ogni formella ha una vera e propria evoluzione dello spazio: dallo sfondo della scena quasi come un dipinto, ai personaggi in primo piano che sono dei veri e propri altorilievi.

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Non a caso era la porta più bella del Battistero dalla quale uscivano i battezzati: entrati come neofiti dalla porta Nord si incontravano nel centro del Battistero con i preti arrivati da quella Sud e, una volta ricevuto il sacramento, uscivano dalla Porta del Paradiso per dirigersi verso la Cattedrale.

Nel museo dell’Opera del Duomo c’è poi la Cupoletta, la “finta” cupola costruita dal Brunelleschi per gli operai che vi lavoravano e fatta per mostrare loro come porre i mattoni. Intere squadre di muratori si muovevano infatti insieme a spina di pesce per costruire questa imponente opera fatta da una cupola interna (quella vera) in grado di sostenere il peso della struttura, ed una più leggera, esterna, che fornisce l’estetica alla struttura perchè fatta con mattoncini rossi, che sembrerebbero rappresentare la Madonna.

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Al primo piano si trovano invece le sculture e le formelle originariamente poste sul Campanile di Giotto che rappresentavano la storia dell’uomo, non dal punto di vista religioso ma seguendo il filo delle scoperte fatte nella medicina, nell’astronomia  e nelle altre scienze, ognuna collegata ad una virtù oppure ad un pianeta.

Altre bellissime opere presenti nel museo sono le cantorie del Duomo, una di Luca dela Robbia, l’altra di Donatello, l’altare interamente in argento dedicato a San Giovanni e usato a copertura dell’altare presente in basilica in occasione della festa del santo.

Poi ci sono i modelli preparati commissionati dai Medici agli artisti dell’epoca per l’ideazione della nuova facciata del Duomo. I modelli sono ovviamente di epoca rinascimentale e avrebbero dovuto sostituire quella smantellata dai nobili fiorentini che invece apparteneva all’epoca medioevale.

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2 bellissime opere hanno poi concluso la nostra visita guidata: Santa Maria Maddalena, la scultura in legno in cui Donatello ha rappesentato la sofferenza e la Pietà di Michelangelo.

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Quest’ultima rappresenta Gesù tolto dalla croce da Nicodemo, presente alle sue spalle, con Maria e Maddalena invece ai lati. Fu realizzata quando Michelangelo era molto anziano e non ci vedeva quasi più; questo, insieme alla difficoltà di lavorare il mramo, non gli fecero terminare l’opera (manca infatti una gamba a Gesù) e liberare, si dice, la sua anima.

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Se vi state chiedendo come sia possibile soffermarsi davanti a queste opere con un bambino e ascoltare la storia che c’è dietro ognuna, vi dico che con Mamma Cult questo è possibile. Mariagrazia aveva innanzitutto portato del materiale didattico per fare una sorta di caccia al tesoro di alcuni particolari delle opere e poi ha fatto un sacco di domande ai più piccoli (ma anche a noi) per ricostruire con il nostro aiuto le origini e la storia delle statue. In questo modo siamo stati tutti coinvolti e ancora più incuriositi dai misteri che ci sono dietro.

Davvero una bella esperienza che mi sento di consigliare alle famiglie, per avvicinare i bambini alla bellezza dell’arte delle nostre città.

Grazie ancora a Mamma Cult per questa visita al Museo dell’Opera del Duomo e ci auguriamo di rivederci presto!

Per maggiori informazioni visitate il sito

Mamma Cult