#TravelDreams2016 e che siano di buon auspicio

Ho letto i #TravelDreams2016 su non so quanti blog, ho viaggiato in su e in giù per il pianeta talmente tanto che alla fine mi sono detta: perchè non scrivere anche i miei? Magari saranno davvero di buon auspicio o soltanto di spunto per qualcuno.. Intanto lo saranno per me, quest’anno voglio andare oltre, il 2015 ha portato via tanto alla mia famiglia e per questo nuovo anno voglio andare in giro a riprendermi un pò di serenità.

Quindi, grazie al bellissimo progetto di Farah di Viaggi nel cassetto, Manuela di Pensieri in viaggio e Lucia di Respirare con la pancia comincio subito ad elencarvi i #traveldreams2016 che spero di realizzare con mio  figlio ( e ovviamente mio marito eh..)

Settimana Bianca

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Sarà il primo e prossimo obiettivo del 2016. Al rientro dal Capodanno in Valtellina e sul trenino rosso, mi sono ripromessa di darmi da fare. Non sono un’esperta di montagna, vengo dal mare del Sud e ho messo gli sci ai piedi per la prima volta l’hanno scorso (se vuoi vedere come è andata, leggi qui) , ho un marito che invece la montagna la conosce e gli sci ai piedi li porta da quando è nato. MA e dico ma, anche quest’anno mi ha detto “Inizi a guardare tu dove andare?” E qui si apre un mondo… l’anno scorso, leggendo blog su blog, ho trovato una soluzione perfetta: Folgaria! Paesino delizioso, un sacco di attività sulle piste e impianti perfetti per tutti: per esperti sciatori (vd mio marito), 33enni alla loro prima lezione (IO) e 4enni felicemente spericolati (leggi: mio figlio) che dopo la prima lezione scendevano giù con il maestro che urlava “Simooo, fai la fetta di pizzaaaa” (leggi: fai lo spazzaneve e non scendere ad uovo anche se ti piace!). Passo Coe, l’Hotel Vittoria e tutte le persone che abbiamo conosciuto, ci sono rimaste nel cuore!
Per quest’anno, vorrei chiaramente rimanere in Trentino o in Alto Adige e sono a caccia di posti adatti ai bambini…avete qualcosa da suggerirmi?

Vietnam

Vi pare un #traveldreams2016 troppo azzardato per una famigliola con un bimbo di 4 anni e mezzo?
Lo pensavo anche io, anche se il Vietnam ce l’ho in mente da tanto e in Oriente ci vorrei proprio tornare. Ma poi a settembre ho partecipato ad una serata organizzata dalla mia adorata On the road libreria con ospiti 3 illustrissime travel blogger e ognuna di loro  ci ha parlato del loro viaggio più bello. Fra queste, Cristina di In Ogni Viaggio ci ha parlato del suo viaggio in Vietnam e del suo amore per questo paese e  suoi abitanti, dicendo di aver incontrato lungo il suo itinerario tante famiglie con bambini anche piccoli. (cit. Il Vietnam é un paese ancora poco turistico, tutto da scoprire e con un popolo che sorride ai turisti). Allora ho drizzato le antenne e ho rimesso in pista la mia voglia di Vietnam, ho letto i post di Francesca Cioccoloni di Non chiamatemi Turista che con marito e figlio, della stessa età del mio, hanno visitato questo paese e sul loro blog spiegano come hanno fatto e come si sono organizzati. Chissà che non si riesca ad organizzare una volta per tutte!

Mantova

Un week end lungo in una bella città italiana che ho molta molta curiosità di visitare per conoscere la storia e i retroscena della famiglia Gonzaga, dopo che un anno fa siamo stati a Ferrara. Mi piacerebbe visitarla di inverno però, magari sempre in periodo natalizio, con l’atmosfera e le lucine che rendono le città più magiche. Non so se però può essere la stagione giusta per fare una bella gita in barca sui laghi.

USA – 4 volte on the road

E qui si va sul sicuro… 2 dei miei 3 on the road negli Stati Uniti, li ho fatti con mio figlio: il primo quando aveva 1 anno e mezzo,  da Denver fino allo Yellowstone, attraversando il vecchio West e il secondo a 3 anni nel New England.  Credo non ci sia posto dove stare più tranquilli per attrezzature a disposizione ovunque, attrazioni e divertimento per i più piccoli. Aggiungici una natura mozzafiato e cittàche offrono tantissimo, direi che è fatta. Considerando che i grandi parchi sono stati già obiettivo del nostro primo viaggio negli Stati Uniti (prima che nascesse il pupo), ho in mente due itinerari, completamente diversi l’uno dall’altro, ma altrettanto elettrizzanti. Il primo nasce dall’essere mamma, vorrei percorrere la highway della Pacific Coast da San Francisco fino alle spiagge dell’Orange County per portare mio figlio a Disneyland Paris  nel parco dove Topolino è davvero nato.  E per finire vorrei spingermi più a sud fino a San Diego e oltre, sconfinando a Tijuana in territorio messicano.

Il secondo è molto più “avventuroso” e in questi giorni me lo sento proprio dentro grazie al libro che sto leggendo: “L’America in Vespa” di Giorgio Serafino che insieme alla sua fidanzata e al Generale Lee (leggi: 50Special) hanno percorso tutta la route 66 da Chicago a Los Angeles. Noi ne abbiamo percorso solo una cinquantina di km durante uno dei nostriviaggi ma il fascino di questa strada lo abbiamo percepito tutto: collezionisti di ogni genere celati dietro vecchie stazioni di servizio, piccoli centri abitati con veri saloon, auto d’epoca parcheggiate lungo la strada. Insomma un viaggio veramente “on the road” lungo, forse faticoso ma così affascinante.

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Copenaghen e dintorni

Mi piacerebbe tornare in Danimarca dopo il mio Erasmus (ormai lontano) fatto nel 2003 a Lund (sud della Svezia), durante il quale ho visitato spesso questa città e la costa della Danimarca. La primissima volta con mamma e papà, l’avevo vista in un gelido capodanno che rendeva giustizia al fascino di questa città ma mi rendo conto sia stato poco agevole visitarla in condizioni climatiche avverse. Perciò mi piacerebbe tornarci con mio marito e mio figlio che invece non ci sono mai stati, in primavera, quando la Danimarca sboccia, passeggiare lungo il Nyavn, perdermi dentro il parco di Tivoli che non sono mai riuscita a trovare aperto, fotografare la Sirenetta senza rischiare di rimanere congelata accanto a lei. Da lì vorrei poi spingermi fino alla costa nord e affacciarmi dal castello di Kronborg, meglio conosciuto come il castello di Amleto dove Shakespeare ambientò il suo dramma. Chiaramente non ripartirei senza prevedere una giornata di sosta a Legoland dove il piccolo viaggiatore potrebbe sicuramente divertirsi (in realtà non solo lui, credo..)

 Che dite ho sognato troppo in grande?

Facciamo così, siccome è oggettivamente improbabile che io riesca ad esaudire tutti i miei #traveldreams2016, va bene lo stesso se a fine anno ve ne avrò raccontato almeno uno di questi? 🙂

#10domandeperunviaggio: Vietnam, Laos e Cambogia

Oggi per la nostra rubrica #10domandeperunviaggio andiamo in Vietnam, Laos e Cambogia e sapete chi ci accompagnerà in questo viaggio, rispondendo alle mie dieci domande?? Niente meno che Lucrezia – Peekaboo Travel Blog, la mia Mum Travel Blogger preferita!!! La seguo fin dall’inizio del mio percoso da blogger, leggo i suoi post, le sue recensioni, i suoi viaggi, le avventure con Baby P. e Sir G. e spero che presto potrò anche conoscerla di persona!
Ringrazio tantissimo Lucrezia per la sua disponibilità a contribuire alla mia rubrica, rispondendo alle domande su uno dei viaggi in cima alla lista dei miei desideri!

1) Cosa (o chi) ti ha convinto a scegliere questo viaggio?
Premesso che non ho bisogno di essere convinta per viaggiare nel senso che basta che io ascolti solo l’inizio della parola “viag” e già la risposta automatica è “sì!”, chi però di fatto ha fortemente voluto fare il tour di Laos, Cambogia e Vietnam è stato il mio compagno, che nel mio blog chiamo con l’appellativo di “Sir G.”. Forse per un tipo preciso ed ordinato come lui non mi sarei aspettata una scelta del genere ma a posteriori siamo ambedue d’accordo che fino ad ora è il viaggio più bello fatto in assoluto.

2) 3 aggettivi per descrivere il viaggio che hai fatto:
Totalizzante, intenso, emozionale.

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3) Come lo hai organizzato o chi ti ha aiutato a farlo? Che tipo di viaggio hai fatto? Zaino in spalla, Fly&Drive, ViaggioAvventura, Low-cost, TuttoIncluso o altro?
Io e Sir G. non siamo tipi da zaino in spalla, ci piace la comodità, ma ovviamente in questo tipo di viaggio bisogna un po’ adattarsi. Normalmente, poi, sono io la persona che si occupa di organizzare tutto: prendere i voli, prenotare gli hotel e decidere il giro da fare. In questo senso sono una persona molto organizzata e prenoto tutto prima di arrivare: so che in un certo senso si perde lo “spirito di avventura” ma il pensiero di arrivare e dover cercare un alloggio mi mette una super ansia.

Per questo viaggio, per la prima volta, i voli non li ho presi io ma un’agenzia: dato che, appunto, è stato Sir G. ad avere l’idea ed a propormelo, nel contempo lui stesso ha chiesto un preventivo all’agenzia di viaggio di famiglia. In questo caso è stato buon punto di partenza perché ci ha consigliato sul tour da fare, anche se a posteriori avrei aggiunto altre mete ed organizzato il viaggio in maniera diversa. Io poi mi sono occupata degli hotel. Per gli spostamenti abbiamo presi voli interni.

4) Hai 30 battute per descrivere il tuo itinerario
Nel nostro tour abbiamo visitato in ordine Laos, Vietnam e Cambogia: in particolare siamo atterrati a Vientiane (Laos), dopo 3 giorni circa abbiamo preso un volo interno per il Vietnam, dove abbiamo fatto tappa ad Hanoi, Natrang e Ho Chi Min city ed infine siamo andati in Cambogia facendo base a Angkor Wat. Al ritorno abbiamo approfittato anche per vsitare Doha (Quatar) ma questa è un’altra storia…

Angkor wat

5) Quale è il momento migliore che hai vissuto in questo viaggio?
Mi è capitato già di scriverlo in altre occasioni ma non posso non menzionare il momento che per me è stato davvero il più bello: svegliarmi alle 4 del mattino a Vientiane per andare a vedere i monaci buddisti raccogliere offerte in giro per Vientiane, in Laos. In pratica i monaci sopravvivono proprio grazie alle offerte dei “devoti”: ogni mattina all’alba quindi si aggirano in alcuni punti della città dove sanno che troveranno i fedeli appollaiati ad aspettarli per dar loro le cibarie. I monaci, dal canto loro, ringraziano intonando una nenia melodiosa dal forte valore simbolico.

Talking to a Monk

È una scena che mi si è impressa profondamente nel cuore e che non credo dimenticherò mai: sarà stato per le luci soffuse, i colori aranciati delle tonache dei monaci o l’unicità di quell’evento ma ricordo quel momento come irripetibile, sicuramente un po’ magico.

6) C’è qualcosa che avresti voluto fare o vedere ma non ci sei riuscita?
Eccome!! In Laos siamo stati solo a Vientiane e non abbiamo visitato Luang Prabang con i suoi templi, in Vietnam non siamo stati né a Sapa né a Hue né a Hoi an. Ecco queste le prime che mi vengono in mente, c’era così tanti posti da visitare…

7) Cosa hai riportato a casa nella tua valigia?
Milioni di foto stupende, il tipico cappello a cono vietnamita, delle maschere tipiche di Hanoi che vengono utilizzate per la festa del Tet, (che noi abbiamo appeso a casa), una confezione di Kopi Luwak (il noto caffè prodotto con gli escrementi di un animale) e ovviamente un bagaglio di emozioni uniche, che solo i viaggi ti sanno dare.

Mekong

8) Cosa hai portato o avresti dovuto portare invece?
Siamo partiti molto comodi: vestiti leggeri, zaino impermeabile (molto utile), macchina fotografica e una carica di entusiasmo che non è mai abbastanza! Forse avrei portato un po’ meno vestiti per essere ancora più leggera ma sono soddisfatta di come ci siamo organizzati!

9) Quale piatto hai mangiato e ti è rimasto impresso?
Due piatti a pari merito: il pho, tipica zuppa di noodles vietnamita, servita con carne di manzo o pollo, e l’amok, piatto tipico khmer, pesce al vapore cotto in foglie di banano servito con salsa al cocco.

Laos Cooking Experience

10) In quale fra i luoghi che hai visitato torneresti un’altra volta e perché?
In Laos, oltre perché non sono riuscita a visitare Luang Prabang, in generale perché sono stata rapita da quella terra ancora non colpita dal turismo di massa. C’era una pacatezza surreale. E’ stata in quella occasione che sono riuscita per la prima volta a chiacchierare con un monaco scoprendo con piacere che anche loro amano parlare con i turisti (soprattutto i giovani!) per fare esercizio di inglese!

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Ultima domanda, fondamentale per il blog di girovagandoioete e per la rubrica #10domandeperunviaggio: Lo consiglieresti per le famiglie con bambini? Se si, quale pensi sia l’età migliore per affrontare un viaggio come il tuo?
Detto onestamente io sconsiglierei questo viaggio alle famiglie con bambini piccoli, so di famiglie che lo hanno fatto ma ci sono alcuni dettagli che secondo me costituiscono dei deterrenti: i servizi igienici non sono sempre il massimo, il viaggio è davvero molto stancante e questo può non conciliare con i ritmi dei bimbi piccoli e in alcuni periodi (noi siamo andati ad Agosto) il clima può essere molto umido. Personalmente ritengo che l’età adatta per un bambino sia intorno agli 8/10 anni: si è sufficientemente grandi per adattarsi alle diverse condizioni, apprezzare la cultura nuova e poi ricordare questa esperienza.

Volete raccontarci anche voi un vostro viaggio rispondendo alle #10domandeperunviaggio? SCRIVETEMI!!!