E alla fine…eccoci a New York!

Il nostro viaggio negli USA è proseguito ( e purtroppo anche concluso) a New York!!!
Ripartiti dalla Baia di Cape Code e dopo una breve sosta a Providence, eccoci nella grande mela! 15 anni dopo mi ritrovo in questa metropoli vista in tanti film, telefilm e serie tv e che proprio in un telefilm sembra catapultarmi tutte le volte: taxi gialli che sfrecciano al semaforo verde, le luci accecanti e il traffico di Times Square, le case con la scalinata davanti, il portone stondato e la scala antincendio, i grattacieli a specchio, i cori gospel che incontri per le strade dei quartieri meno affollati, gli odori nauseabondi che vengono dai tombini … Tutto questo è New York

Per questa volta, per allontanarci dal caos di Manhattan abbiamo deciso di vedere la New York che non conoscevamo ed é quella che voglio raccontarci. Perciò ci siamo diretti verso la Statua della Libertà ed Ellis Island. In realtà avevamo prenotato barca e ingresso a entrambe le cose già dall’Italia e questo ci ha fatto risparmiare un bel pò di coda (www.statuecruises.com). Non sapevo bene cosa aspettarmi, l’avevo vista dal molo, dall’aereo ma certo non credevo di immergermi così tanto nell’atmosfera dell’epoca.

Grazie alle audioguide (in italiano!) abbiamo fatto un passo indietro nel tempo, rivivendo il momento in cui le navi si avvicinavano alla terra americana e  i passeggieri scorgevano la grande…LADY LIBERTY! Vederla voleva dire capire cosa volesse dire essere americani. Questa enorme statua, rivolta verso i nuovi arrivi e con le spalle alla città, dava il benvenuto negli Stati Uniti d’America. Alta come 22 piani è stata realizzata per trasmettere forte emozione a chi la vedeva dalla nave, in armonia con i significati di libertà, indipendenza e proseguimento di felicità: questa era l’America che tante persone inseguivano dall’Europa.

Alla fine della passeggiata intorno alla statua siamo saliti all’interno. Per i bambini sappiate che c’è una soglia di altezza minima (il nostro di 3 anni ahimè è potuto salire solo fino al basamento di pietra). Per arrivare fino alla corona ci sono poi circa 168 gradini di una scala a chiocciola molto stretta. Per farli e li fanno davvero in pochi, vi faranno lasciare TUTTO, è consentita solo la macchina fotografica.. arrivandoci capirete perchè!

Con il ticket acquistato, abbiamo poi raggiunto Ellis Island, il punto di ingresso per gli immigrati che arrivavano con le navi. Qui dovevano superare una serie di controlli, fisici dai quali dipendeva il loro futuro. Da lì infatti si poteva raggiugnere la terra ferma, restare in quarantena o essere inspiegabilmente o per motivi futili, essere bloccati e rimandati indietro. Tante le famiglie che si sono separate qui, tanti quelli che hanno atteso fra le mura di questo, che ora è un museo, il loro destino.
Anche qui troverete un’audioguida che vi farà rivivere tramite delle testimonianze molto toccanti quei momenti.

Ritornando poi sulla terra ferma con la barca, ci siamo incamminati verso un altro luogo molto toccante: Ground Zero.
Qui tutto, anche le pietre, fanno ritornare indietro a quell’11 settembre, ricordando esattamente cosa ognuno di noi stesse facendo nel momento in cui si apprese la notizia. Vi consiglio di passare davanti alla lapide dei 343 pompieri rimasti uccisi e poi percorrere il perimetro dei due memoriali, magari ignorando tutti quelli che si mettono sorridenti in posa per una foto.

I due memoriali sono il simbolo di un’America colpita, sprofondata e che nella Freedom Tower e nella torre 4, già ricostruite, danno dimostrazione che quella stessa America si è rialzata.

L’ultima cosa che vi voglio consigliare di New York è attraversare il ponte di Brooklin a piedi. Anche questa era una cosa che l’altra volta non eravamo riusciti a fare e che stavolta ci siamo goduti. Oltre al fascino e al colore della passegiata, mi rimarranno per sempre impresse le macchine che lo attraversano, cariche di famiglie di colore un pò sovrappeso che cantano a squarciagola con i finestrini abbassati nel caos del traffico newyorkese!

Il resto ve lo racconterò con un pò di foto (non solo queste qui di seguito) … 🙂

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Boston: corsa e libertà

Eccola la città che corre, la città che vive del suo sport, che nel suo sport è stata colpita ma che proprio con la corsa si é rialzata e ha continuato a vivere. Qui trovi gente di tutte le etá che a qualsiasi ora, indossa un paio di scarpe, le cuffiette e via… Via verso la libertà, quella stessa libertà rivendicata anni prima dagli eroi di una lontana guerra che hanno fatto di questa città un simbolo importante. Oppure trovi intere famiglie che si recano allo stadio per assistere ad una partita dei RedSox senza il timore di ritrovarsi in mezzo ad una rissa o circondati dalla polizia perché sport, qui, vuol dire libertà pura.
E percorrere la Freedom Trail fa rivivere tutto questo: i luoghi e gli eroi del Seicento che hanno reso queste terre indipendenti. Dal Massachussets State House alla Old State House dove da una parte si ricorda il massacro di Boston e alzando la testa si ammira invece il balcone da dove fu letta per la prima volta la Dichiarazione di Indipendenza.
Il percorso di mattoncini rossi si conclude alla USS Constitition, la più vecchia nave da guerra americana ( la visita é gratuita).
Qui per i più piccoli é consigliabile la visita al museo adiacente dove è possibile immedesimarsi nei panni di un marinaio della nave e simulare il suo lavoro.
Ma Boston per i piccoli riserva tante sorprese… Nel prossimo post parleremo del Boston Children Museum. Ora vi lascio a qualche foto… Per le altre ( e sopratutto migliori) dovrete pazientare il mio rientro.

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